lunedì 30 gennaio 2012

Scusateci se non piangiamo, ma questo era l'uomo

Lo sanno ormai bene, i nostri lettori e i camerati. Non siamo ipocriti e non siamo buonisti. Non siamo sostenitori ad oltranza del detto “Dei morti se ne parla sempre bene”. Non ci accoderemo al coro dei noiosi e ridicoli politicanti, per cui chiunque di loro muoia diventa automaticamente un “venerabile” (maestro?) padre della patria (in minuscolo, perché la loro patria non è la nostra) da incensare e da immolare sull’altare dell’italica democrazia.

Siamo fatti così, forse male, ma sempre diretti e sinceri. Quando le canaglie crepano, noi ce ne rallegriamo. Del resto, il ragionamento del sottoscritto è semplice: se in questa repubblichetta di merda “Uccidere un Fascista non è reato”, e lo si può fare tranquillamente nei tempi e nei modi che più si preferiscono (a colpi di chiave inglese, a pistolettate, bruciandoli vivi) con la certezza che non ci sarà nessuno sbirro o nessun magistrato che verrà a suonare a casa (la Giustizia è troppo impegnata a rincorrere chi fa il saluto romano), ancor meno dovrebbe essere reato non unirsi allo stomachevole piagnucolio del politicamente corretto, per coltivare in silenzio il proprio sentimento. Non ci appelleremo nemmeno alla giustizia divina, che in questa circostanza ha dimostrato di essere quantomeno ritardataria, se non assente del tutto.

E quindi perdonateci se a noi, con la morte di Oscar Luigi Scalfaro, non viene da piangere. Poiché la Storia l’abbiamo studiata, senza fermarci al primo Sabbatucci che ci hanno rifilato o al documentario con intervista al solito miracoloso scampato ai campi di sterminio nazisti che piagnucola alla TV, il personaggio lo conosciamo bene.

Ce lo ricordiamo, il bravo Oscarino. Lo ricordiamo quando pronuncia, a reti unificate, il suo indignato “Io non ci sto”. E’ una frase che il buon Oscarino si è dimenticato di pronunciare durante Mani Pulite, quando cavalca l’onda del giustizialismo sulla scia di Di Pietro, e misteriosamente viene solo sfiorato dalle inchieste che invece distruggono la vita politica e umana di tanti suoi colleghi ed ex compagni di partito. Lo stesso “Io non ci sto” che dimenticò di pronunciare quando, caduto il primo governo Berlusconi per opera della Lega Nord di Umberto Bossi, anziché sciogliere le Camere e dare la parola agli elettori decise di chiamare sullo scranno di Palazzo Chigi il sempreverde Lamberto Dini. Il vizietto gli resta anche con la caduta di Romano Prodi, quando premier diventa invece Massimo D’Alema.

Ma se il politico e il Presidente della Repubblica aveva delle ombre, ne ha ancor di più l’uomo. Chi ricorda il famoso “caso del prendisole”? Il moralizzatore Oscarino, nel ristorante romano “Da Chiarina”, insulta Edith Mingoni in Toussan, che ebbe il solo e unico torto di togliersi il coprispalle a causa del gran caldo, arrivando anche a prenderla a schiaffi e ad insultarla. L’episodio termina in questura e sui giornali: qualcuno accusa il cattolicissimo Oscarino di essere un moralista bigotto. Il marito della donna offesa sfida Oscarino a duello. Ma il coraggiosissimo Oscarino non accetta. Il che provoca le ire di un principe, di fatto e non solo di nome: il mitico Totò. Che, in una lettera pubblicata dall’Avanti!, accusa Scalfaro di essere non solo un gran maleducato, ma anche un inetto e un vigliacco.

Questo era l’uomo.

Ma ben altre sono le ombre che si addensano sull’uomo e sul magistrato. Magistrato che comincia la sua carriera nel 1943, su al nord, con la Repubblica Sociale Italiana, alle dipendenze del Ministero di Grazia e Giustizia, quindi dopo aver giurato fedeltà alla RSI e al suo Duce. Poi, come tanti altri voltagabbana, l’improvviso cambio di casacca che lo porta a chiedere e ottenere le condanne a morte di Enrico Vezzalini, Arturo Missiato, Domenico Ricci, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante, Giovanni Pompa. Sono i mesi dell’immediato dopoguerra, quelli dove i vigliacchi e i traditori si accaniscono sull’avversario ormai sconfitto e piegato. Sono i mesi e gli anni delle esecuzioni sommarie, dei crimini partigiani, delle stragi antifasciste. Lo stesso Scalfaro dirà, in seguito, che le prove per condannare a morte i giovani ragazzi erano ben poche: alla figlia di Domenico Ricci, che gli chiederà espressamente un parere in merito alla innocenza o colpevolezza del padre, Scalfaro risponderà così: “Non ho elementi per rispondere”. Dopo averlo condannato a morte, si badi bene.

Sono ombre sinistre, crudeli, dimenticate e insabbiate dalla storiografia antifascista: sono le ombre che quantomeno dovrebbero portare ad una revisione delle proprie azioni, ad un esame di coscienza quando la tempesta della guerra passa, la cattiveria dell’animo si affievolisce e si guarda a quel periodo storico con più distacco e più serenità. Ammesso che una coscienza la si abbia, ovviamente.

Scusateci se non ci uniamo al coro dei piagnucolosi e dei commossi. Ma questo era l’uomo, e noi non ci sentiamo affatto di piangerlo. Anzi…

lunedì 23 gennaio 2012

LA SINDROME DELLA FOGNA (Pubblicato sul mensile “IL LAVORO FASCISTA” – DICEMBRE 2011)

Analizzando gli avvenimenti degli ultimi tempi, mi sto convincendo sempre più del fatto che molti appartenenti alla cosiddetta area (ivi compresi, in questo caso, alcuni membri del MFL-PSN), a forza di sentirsi gridare: “tornate nelle fogne”, si siano convinti di dovere per forza difendere posizioni ed azioni indifendibili, in nome di un malinteso senso del cameratismo.

Mi spiego meglio; di recente abbiamo visto squallidi episodi di cronaca nera avere come protagonisti dei sedicenti Fascisti, alcuni arrestati per avere costituito un gruppuscolo dedito esclusivamente alla violenza ed alla minaccia, altri per avere assaltato a Torino un campo rom al fine di difendere l’onore di una ragazza sedicenne stuprata (che però si era inventata tutto, allo scopo di nascondere la sua relazione con un maggiorenne tutt’altro che rom!) ed infine, un ultimo folle che, a Firenze, si è messo a sparare a casaccio e senza motivo su immigrati senegalesi, per poi togliersi la vita a sua volta. In tutti questi casi, pur essendo evidente la totale estraneità di certi comportamenti al nostro mondo, qualcuno si è sentito in dovere di difendere e giustificare gli autori dei misfatti… Persino il folle di Firenze è stato definito da alcuni “un Camerata che ha sbagliato”! Ora, non so voi, ma il sottoscritto prima di etichettare qualcuno come “Camerata”, pretende un minimo di adesione a valori storici, politici e sociali comuni, nonché un valido aiuto nella battaglia ormai ventennale che ho intrapreso in nome del MFL-PSN… Non esistono “Camerati” che danno il loro apporto a sigle diverse, o che se ne stanno tranquillamente in poltrona senza esporsi, limitandosi a qualche messaggio sotto falso nome su Facebook o forum vari; così come non esistono “Camerati” che sfogano le loro frustrazioni sul negro o sul rom di turno, senza motivo alcuno e senza la benché minima provocazione che possa, almeno in parte, giustificarli. Intendiamoci, il sottoscritto è tutt’altro che un benpensante che ha fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, o uno di quelli che fanno a gara per dimostrarsi cattolici osservanti, sempre pronti a perdonare qualsiasi offesa e qualsiasi delitto. Io sono un fanatico assertore della pena di morte, così come sono favorevolissimo alla giustizia sommaria nel caso di arbitrio che dovesse colpire me o i miei cari, ma sono abbastanza intelligente per comprendere che prima della parola “sommaria”, viene la parola “giustizia”. Dunque ritengo intollerabile qualsiasi violenza contro chi ha un colore della pelle diverso dal mio, o crede in un altro Dio, o ancora si batte per ideali diversi dai miei, se non per reagire ad una violenza precedente… E naturalmente, nel mio concetto di giustizia sommaria, non è compresa la vendetta a casaccio su persone appartenenti allo stesso gruppo etnico o religioso del colpevole, ma solo quella contro i colpevoli stessi. Per farmi meglio capire dalle tante zucche vuote che infestano l’area e che catalogano le persone in base al colore, all’etnia ed al credo religioso, mi avvarrò di esempi molto banali; siete contenti, cari lettori italiani e fieri di esserlo, quando qualche cialtrone straniero vi etichetta come “mafiosi”, o vi sfotte con le solite litanie a base di “italiani spaghetti, pizza e mandolino”? Oppure, senza cercare l’offesa dallo straniero e limitandosi ai nostri cari pregiudizi italiani, siete contenti voi sardi quando qualcuno sostiene che vi accoppiate con le pecore o che sapete solo vivere con i rapimenti? E voi siciliani, napoletani e pugliesi, come vi sentite quando vi etichettano tutti come mafiosi, camorristi o membri della sacra corona unita? Se tutti ci mettessimo a ragionare in base a questi stereotipi assurdi che generalizzano brutalmente questioni reali, non dovremmo stupirci se qualcuno che ha avuto problemi con la mafia sparasse al primo palermitano che incontra, o se un congiunto di un rapito dall’anonima sequestri sarda aggredisse il primo cagliaritano che passa… Indi, se ai più è evidente l’assurdità di un simile modo di ragionare, mi piacerebbe capire perché la stessa assurdità non venga riconosciuta nei comportamenti e nelle parole di quanti blaterano a vanvera di superiorità dei bianchi, di necessità di lottare contro gli islamici e di aggressioni ai danni di chi, a vario titolo, viene identificato come “nemico”. Quanto vado qui denunciando accade, del resto, da sempre… Anni fa venne stuprata ed uccisa, a Roma, la moglie di un ufficiale di marina da uno sbandato di etnia rom; poche ore dopo, vari cialtroni borgatari di Roma, che cercavano come di consueto una scusa per darsi alla violenza, aggredirono a caso alcuni romeni (che con i rom c’entrano come i cavoli a merenda!), arrivando a percuotere una famiglia con figli piccoli al seguito che stava facendo semplicemente la spesa. Più di recente, il solito borgataro amante della violenza da stadio, uccise con un pugno diretto al volto un’infermiera romena, colpevole di avere litigato con lui… Anche in questo caso, molti “camerati” colpiti dalla sindrome della fogna, blaterarono a vanvera intorno alla presunta arroganza dei romeni in certi quartieri della Capitale e non… Dunque, se i romeni sfaccendati che popolano i nostri bar fin dal mattino, infastidendo la gente per bene, sono diventati un problema, dovremmo sentirci autorizzati ad ammazzare la prima romena che incontriamo, magari per giunta un’onesta lavoratrice che non ha nulla a che fare con le varie gang di delinquenti presenti nel nostro Paese? E se in molte città d’Italia gli spacciatori agli angoli delle strade sono negri o magrebini, dobbiamo metterci a fare come il cerebroleso di Firenze, che ha sparato a casaccio su tutti i senegalesi che incontrava? Francamente, mi rifiuto di pensare che esistano persone, specie se “camerati”, disposti a ragionare e ad agire così! Certo, non possiamo attenderci lucidità di analisi da quei ritardati mentali funzionali al regime, che frequentano il forum per ritardati come loro chiamato “Stormfront”… Questa congrega di idioti, da tempo, sta attirando su tutti i Camerati seri i fulmini del regime e dell’opinione pubblica, a causa di commenti demenziali che plaudono a gesti come quelli di Firenze o addirittura del norvegese Brevik… Su questo ritrovo di pattume, trovano posto i razzisti all’amatriciana in stile americano, ovvero quelli che dopo essersi autoproclamati di pura razza bianca, irridono ai membri di altre razze umane e predicano la loro sottomissione ai bianchi. Molti di questi idioti sono italiani, e per giunta del Sud… Chissà se qualcuno ha mai spiegato loro che per i razzisti storici americani gli italiani, specie se del Sud, sono equiparati ai negri come razza “inferiore”! Questa gente infesta la cosiddetta “area” da tempo, costringendo quelli come noi a fatiche improbe per dimostrare che i veri Fascisti e nazionalsocialisti siamo noi e non loro… Persino sul sito del WUNS a cui abbiamo aderito come MFL-PSN (Unione mondiale dei nazionalsocialisti), sono presenti a decine gli idioti che fondano partiti “nazisti” magari in Bolivia o in Venezuela, mettendosi poi a predicare la necessità di ripulire la Nazione dai non bianchi per assegnare la supremazia a loro! Sarebbe a malapena il caso di ricordare a questi dementi che molti negri combatterono in divisa della Wehrmacht e persino delle Waffen SS, a favore della Germania nazionalsocialista, ove mai nessun negro venne aggredito o rinchiuso in quanto tale, così come sarebbe bello fargli conoscere alcune interviste di negri americani rilasciate durante le Olimpiadi di Berlino del 1936, nelle quali molti di loro lodarono lo Stato Hitleriano perché trattava i negri molto meglio dell’infame Stato denominato USA… Lo stesso Jesse Owens smentì la favola che circola tuttora, secondo la quale il Fuhrer rifiutò di stringergli la mano dopo le sue vittorie. Per quanti non mi credono e sono contemporaneamente refrattari alle letture, consiglio una visita al famoso sito di filmati chiamato “Youtube”; con una semplice ricerca potrà trovare decine di immagini storiche che parlano dei negri inquadrati nelle truppe tedesche durante la II Guerra Mondiale. Ma la cosa che è certamente più difficile da fare capire ai tanti coglioni che predicano la supremazia razziale bianca nel continente americano, è che qualsiasi indio locale o pellerossa, ha molti più diritti di rivendicare un ruolo superiore di quanti non ne abbiano loro, figli di invasori assassini che hanno depredato le popolazioni dell’America del Nord e del Sud di terre, diritti ed averi, sostituendosi con la violenza e l’inganno ai legittimi proprietari dei territori ed importando, in aggiunta, dei poveracci negri per utilizzarli come schiavi! Sarebbero, quindi, molto più giustificati i discendenti dei veri nativi americani se si mettessero a sparare contro chiunque abbia una carnagione bianca, che non questi ultimi quando sproloquiano intorno alla loro presunta superiorità razziale! E se qualcuno di noi europei potrebbe avere delle ragioni opponendosi all’invasione di popoli e razze che con l’Europa non hanno mai avuto nulla a che fare, quelle stesse ragioni non le hanno certo gli americani del Nord e del Sud, essendo loro per il continente americano quello che rappresentano i negri per quello europeo: degli estranei insediatisi successivamente come ospiti più o meno graditi.

Terminato così di perdere tempo per demolire le argomentazioni di certi coglioni razzisti, torno sulle questioni interne italiane ed europee, suggerendo a certi miei incauti Camerati di imparare a considerare le persone in base ai loro comportamenti, lasciando da parte colore della pelle e religione. Io non tollero sul mio suolo Patrio immigrati clandestini che delinquono regolarmente e che rubano risorse ai mie concittadini, siano essi negri, bianchi, gialli, mulatti o meticci, così come non tollero fanatismi religiosi tesi a vessare appartenenti a confessioni diverse, sia che questi fanatismi vengono da islamici, sia che vengano da cristiani; al contrario, non ho nulla contro chi vive nel mio Paese rispettandone usi, costumi, tradizioni e Leggi, da qualsiasi Paese provenga, qualsiasi colore abbia e qualsiasi religione professi. A quanti continuano a dire cretinate contro i negri, ricordo quanti danni hanno portato all’Italia tanti immigrati che negri non sono, come quelli dell’est Europa… A quanti pontificano circa i pericoli dell’invasione islamica, dico di pensare a quanti crimini sono stati commessi sul nostro suolo Patrio da immigrati cristiani, come quelli provenienti dalla Romania, o addirittura cattolici, come molti i sudamericani ormai presenti… Ed a quanti se la prendono con gli ebrei per ridicole questioni razziali, consiglio di oncentrarsi di più sulle nefandezze commesse dalla lobby ebraica, piuttosto che sul presunto “naso adunco” che dovrebbero avere queste persone! Piantiamola, quindi, con le cretinate pseudobiologiche e mettiamoci in testa che è ora di battersi per questioni serie, che la gente comune sia in gradi di comprendere ed approvare, invece di farci equiparare a quei trogloditi americani che beatamente si illudono di essere “superiori” per il solo fatto di essere nati con l’epidermide chiara! Esistono negri plurilaureati che parlano 4/5 lingue, esistono ebrei antisionisti e revisionisti, esistono islamici nazionalsocialisti che potremmo avere come Camerati e che non ci considerano “il male assoluto” come fanno tanti mascalzoni bianchi, italiani e cattolici… Perché dobbiamo continuare ad inimicarci queste persone ed a considerare nostri fratelli quelli che in realtà sono i nostro peggiori nemici? Perché dobbiamo continuare a farci odiare dall’opinione pubblica a causa del vizietto di parteggiare per qualsiasi cosa sia degna di finire in una fogna? Sveglia, Camerati! Amici e nemici non si decidono in base al loro colore, ma solo ed esclusivamente in base alle loro idee ed ai loro comportamenti!

Carlo Gariglio

www.fascismoeliberta.it

lunedì 16 gennaio 2012

A quando l'apertura dei gulag?

Il ricordo degli eccidi del disumano odio comunista è vietato per un’opinione pubblica e una cittadinanza completamente cloroformizzate da decenni di balle e di invenzioni grossolane sul “male assoluto”, portate avanti e tirate costantemente a lucido con un’insistenza demenziale. L’apposizione di una targa che ricordi le “vittime dell’odio comunista” suscita sdegno. I politicamente corretti in giacca e cravatta dormono sonni più tranquilli con la dicitura “odio politico”. Eppure nessuno ha avuto questi scrupoli di coscienza quando per la strage di piazza Fontana si è ufficializzata la strage fascista, con tanto di targa commemorativa…

***

Per leggere l'articolo completo è necessario essere abbonati a Il Lavoro Fascista. Si prega di contattare la Dirigenza Nazionale.
http://www.fascismoeliberta.info/phpf/contact.php
http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=13

giovedì 12 gennaio 2012

Cambiamenti

Come chi ci segue avrà saputo, da quest’anno in poi inauguriamo un nuovo tipo di abbonamento al nostro mensile “Il Lavoro Fascista”: una sottoscrizione online, personale per ciascun utente, che vi permetterà di leggere il nostro giornale direttamente dallo schermo dal vostro pc, il tutto per dieci euro annuali.

Crediamo, senza falsa modestia, di aver portato avanti, in questi ultimi anni, un importante compito: non solo informare i nostri camerati sul MFL e sulle sue attività; ma anche aver fornito ai semplici lettori un’informazione vera, non filtrata da alcun interesse di parte che non fosse quello per la Nostra Patria (si, è vero: siamo degli inguaribili nostalgici e il termine “Paese” lo lasciamo ai perbenisti da salotto. L’Italia per noi è una Patria, non un paese), un’informazione spesso e volentieri taciuta dagli organi di regime, sempre pronti a fare gli interessi ora della sinagoga, ora della loggia, ora della Banca.

Il Lavoro Fascista, L’Avvocato del Diavolo, Cameratesca-mente, tutti i nostri volantini, i siti e i blogs che abbiamo gestito in un arco di tempo non indifferente: tutti elementi per noi importanti, che ci hanno dato qualche soddisfazione, pur nel nostro piccolo, e di cui siamo giustamente orgogliosi.

Se prima Il Lavoro Fascista era un giornale che era diretto in prevalenza alla nostra militanza, con un abbonamento online contiamo di raggiungere un’utenza di persone maggiore che nel passato. Questo è il nostro obbiettivo. Se prima il nostro mensile poteva permettersi anche qualche ritardo di uscita, poiché diretto comunque ad una militanza che già prima era informata su di noi, da questo momento in poi non potremo più permettercelo. Il nostro tipo di informazione, lo sapete bene, è sempre stato non tanto quello di dare la notizia nuda e cruda (per quello ci sono le agenzie di stampa, e con pochi click da un pc si viene a conoscenza di tutto ciò che accade nel mondo), quanto quello di fornire una spiegazione o una interpretazione di quella stessa notizia, coerentemente col nostro essere Fascisti e Italiani. Scrivere articoli, rispondere ai lettori, vagliare il materiale da analizzare: sono tutte operazioni che richiedono del tempo, che ognuno di noi sottrae volontariamente ai propri impegni.

Da questo momento, il nostro lavoro raddoppia: si tratterà di scrivere sia per questo spazio che per il mensile del MFL. In questo blog confluiranno sia gli articoli scritti per il blog stesso, sia quelli per il nostro mensile. Questi ultimi, però, solo in un secondo momento dall’uscita del mensile stesso, che ha la precedenza.

Il Nostro invito è, pertanto, quello di sottoscrivere l’abbonamento al nostro giornale, il quale non significa solo sapere di questa o quella partecipazione elettorale del MFL o quella campagna manifesti, ma è anche e soprattutto una informazione “vera”, solida, magari a volte un po’ colorita, ma sempre e comunque genuina. Dieci euro all’anno sono meno di un euro al mese per tutto ciò. Non pensiamo di chiederVi molto.

Rimango a Vostra disposizione per qualunque chiarimento.

Nobis.

sabato 7 gennaio 2012

Per non dimenticare

CAMERATA FRANCO BIGONZETTI: PRESENTE!
CAMERATA FRANCESCO CIAVATTA: PRESENTE!
CAMERATA STEFANO RECCHIONI: PRESENTE!

EIA ALALA'!

mercoledì 4 gennaio 2012

Dieci euro all'anno vi sembra tanto?

Cari lettori e cari camerati,

abbiamo una novità per tutti i nostri tesserati, militanti, simpatizzanti o semplici abbonati al nostro mensile Il Lavoro Fascista. Questa nuova soluzione che proponiamo è rivolta, in particolar modo, a tutti i nostri militanti e simpatizzanti, ma anche in particolare a coloro che si abboneranno per l’anno 2012 in poi “solo ed esclusivamente” al giornale, senza richiedere alcuna tessera.

Da quest’anno, infatti, sarà possibile effettuare un nuovo tipo di abbonamento, ovvero un abbonamento on line che costerà meno (solo 10 euro annuali) rispetto al nostro tradizionale abbonamento cartaceo e che potrete visionare via internet, allo stesso modo in cui tanti di voi si connettono per usare la posta elettronica, Facebook, e la rete in generale. Questa nuova tariffa si applica “solo ed esclusivamente” a coloro che vogliono l’abbonamento al giornale, senza la sottoscrizione di alcun tesseramento.

Funzionerà nel modo seguente. Grazie al nostro webmaster Davide Agostini, che colgo l’occasione di ringraziare pubblicamente per l’egregio lavoro svolto, verrà attivato il sito http://www.lavorofascista.fascismoeliberta.info/ (ancora in fase di elaborazione, sarà pronto a breve), in cui si entrerà per visualizzare il giornale online. Per i militanti e i simpatizzanti del MFL – cioè coloro che hanno sottoscritto un tesseramento - l’accesso a questa sezione è preventivamente garantito: sarà loro compito specificare se intenderanno ricevere a casa anche la copia cartacea del mensile, nella maniera tradizionale (consigliamo di utilizzare solo la copia online). Anche coloro che invece decideranno di abbonarsi solo ed esclusivamente al giornale online, senza richiedere alcuna tessera militante o simpatizzante, riceveranno un account personale con cui accedere al sito.

Ricapitoliamo. Siete dei militanti o dei simpatizzanti del MFL con apposita tessera? Non cambia nulla. Rimangono invariate le quote di iscrizione e dovrete solo specificare se intendete ricevere a casa Il Lavoro Fascista, nella maniera tradizionale, o usufruire dell’abbonamento online. In ogni caso il vostro account sul sito vi permetterà comunque di accedere, qualora abbiate deciso di ricevere la copia del mensile a casa, alla sezione del forum per visionare anche sul vostro pc il giornale. Noi consigliamo vivamente di utilizzare solo ed esclusivamente l’abbonamento online.

Siete degli abbonati a Il Lavoro Fascista e avete scelto l’abbonamento classico, senza alcuna tessera? Pagherete la normale quota di iscrizione, 20 euro annuali, e riceverete Il Lavoro Fascista a casa vostra, avendo anche la possibilità di visionarlo sul forum.

Siete degli abbonati a Il Lavoro Fascista e avete scelto la nuova opzione dell’abbonamento online? Pagherete meno rispetto a chi ha scelto l’abbonamento classico (10 euro) e non riceverete a casa la copia del mensile, ma lo potrete consultare online ogni volta che lo riterrete opportuno, comodamente seduti davanti al vostro pc.

Ovviamente provvederemo a fornire i nostri militanti e i nostri dirigenti anche di versioni cartacee.

Noi consigliamo vivamente, sia per chi sottoscrive un nuovo abbonamento al giornale, sia per chi sottoscrive o rinnova la tessera, l’abbonamento solo online. Più immediatezza, più semplicità di gestione, meno spese sia per il MFL che per il lettore.

Rimaniamo a disposizione per qualunque informazione o delucidazione.

Dieci euro all’anno per una informazione libera, corretta e indipendente, che tratti di Storia, di politica, di attualità, e di tutto ciò che ci interessa e ci riguardi come cittadini: vi sembra tanto?