venerdì 16 marzo 2018

"Uccidere un fascista non è reato": sul web la lista degli antifascisti con gli obiettivi da colpire




“Se non è antifascista allora è fascista”. È con questo inizio che il collettivo Emilia Antifascista – con tanto di logo con due terroristi col passamontagna – ha stilato una lista di associazioni, movimenti politici e anche semplici locali considerati di destra o covo dei fascisti: nomi, orari, indirizzi e descrizioni dettagliate di chi colpire, dove e quando. Un documento esplosivo che, come la cronaca ha dimostrato soprattutto negli ultimi mesi, potrebbe essere l’ennesima scintilla che potrebbe far scattare una serie di raid e di azioni violente contro tutti coloro che, a torto o a ragione, vengono considerati fascisti dai terroristi di estrema sinistra.

Il tutto è pubblico, tranquillamente online, disponibile a chiunque voglia premeditare un agguato contro i nemici politici, sempre più colpevoli, come le ultime elezioni hanno dimostrato, di togliere spazio ed agibilità politica ad una sinistra sempre più distante dai bisogni reali della gente e arroccata su una difesa di posizione condotta con violenza e sopraffazione. 

Sembra di essere tornati indietro agli anni Settanta quando, in un covo delle Brigate Rosse, furono ritrovati schedari con più di diecimila nomi, tutti di esponenti di destra o addirittura centristi da colpire, come i tanti Ramelli, i Mantakas, i Mancia e tanti altri che hanno colorato le strade italiane di quegli anni del loro sangue, colpiti spesso alle spalle dai criminali di sinistra. Almeno, però, a quei tempi la violenza, anche se applicata contro personaggi considerati, a torto o a ragione, vicini all’ideale Fascista, era condannata, tant’è che quel dossier gigantesco era tenuto nascosto e, quando fu scoperto, suscitò riprovazione in quella parte dell’opinione pubblica non collusa con gli assassini brigatisti.

Oggi, invece, il clima è forse ancor più incandescente, se un collettivo di criminali e di terroristi, già noti per le decine e decine di azioni intimidatorie contro le forze dell’ordine e gli avversari politici, può permettersi, in tutta tranquillità, di pubblicare questo materiale in rete senza suscitare alcuno scandalo o alcuna presa di posizione a sinistra.

Dove è la Magistratura, quella stessa che non esita ad indagare chi commemora i caduti della Repubblica Sociale Italiana in un cimitero, o chi “osa” leggere un  volantino contro l’immigrazione ai traditori della Nazione e poi se ne va via senza sfiorare nessuno, o che ci porta in Tribunale ogni volta che ci permettiamo di affiggere qualcuno dei nostri manifesti?

Sono sempre più vicini i tempi in cui uccidere uno di noi non solo non sarà considerato un reato, come continuano a cantare questi criminali nelle loro manifestazioni (quasi sempre e comunque non-autorizzate), ma forse sarà addirittura una azione meritoria, con tanto di Boldrini e Grasso che abbracciano l’assassino come un eroe.

Impuniti, vigliacchi e criminali: degni eredi dei loro nonni partigiani.

Nessun commento: