giovedì 8 dicembre 2016

Oggi come ieri rimangono i soliti, carognosi partigiani



Non c’è nulla da fare: qualunque cosa che sappia anche solo lontanamente di patriottico, di italiano, di nazionalistico, manda i sinistri, e la loro costola criminosa pomposamente denominata ANPI, completamente fuori di testa.

Succede che a Bologna, qualche giorno fa, in una festa dedicata ai partigiani all’Istituto Superiore Aldini Valeriani (la politica a scuola si può fare, purchè sia fatta da loro, ovviamente), l’ANPI, col plauso di docenti e partecipanti vari, storpia volontariamente l’inno nazionale, che da “Fratelli d’Italia” diventa “Fratelli IN Italia”.

Così esprimiamo il principio di integrazione, valore fondante della nostra Repubblica. Così dicono loro.

Un po’, forse, bisogna capirli. Venduti all’invasore, tramanti alle spalle contro i propri fratelli che invece mantenere fede al giuramento preso nel supremo interesse della Patria, vigliacchi, collusi con chi ha bombardato e umiliato la loro stessa gente: difficilmente esseri di simile pasta, che a distanza di ottanta anni continuano a difendere le loro azioni criminali cl plauso di questa repubblichetta nata dalla Resistenza e dall’antifascismo, possono vedere di buon occhio uno che a ventuno anni, per la Patria, ci lasciò le penne. Mica come loro, che si vendettero per qualche dollaro.

Rancorosi, incarogniti, vili fino al disgusto. Oggi come ieri, rimangono dei partigiani.

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