giovedì 25 febbraio 2016

Giulio Regeni: avventato o stupido?



Scusatemi, ma non riesco a commuovermi a comando, anche se si tratta di un italiano ucciso all’estero. Scusatemi, ma la storiella del povero Giulio Regeni non mi strappa nessuna lacrima. No, nemmeno una.

Cerchiamo di ricapitolare e di fare un poco di ordine. In Italia si tende spesso a parlare più con la pancia che con il cervello, ad esaminare più le sensazioni che i fatti. Io voglio esaminare i fatti.

Un ragazzo di 28 anni, collaboratore de Il Manifesto, e che anzi aveva ne “Il Manifesto il mio punto di riferimento” (uno di quelli che augurano ai Fascisti come noi altri la morte un giorno si e l’altro pure, e scusatemi, ma già questo lo rende umanamente distante da me), va in un Paese straniero, l’Egitto, e stringe amicizia con i Fratelli Musulmani, il gruppo terrorista che è stato dichiarato fuorilegge in Egitto ( e in diversi altri paesi), poiché responsabile di aver seminato morte e distruzione nel nome dell’Islam. 

Non mi sembra così scandaloso che le forze di sicurezza interne all’Egitto si siano interessate di uno straniero che è deliberatamente andato a ficcare il naso nei suoi affari interni, accompagnandosi ad elementi a dir poco discutibili. Specialmente se si aggiunge che l’Egitto, come miriadi di altri Paesi, è stato uno di quei paesi che ha faticato non poco a riportare l’ordine al suo interno, a causa di quelle insurrezioni che gli americani, con le loro rivoluzioni di primavera, arancioni e colorate, hanno chiaramente favorito. Al Sisi non sarà probabilmente il miglior Presidente egiziano, probabilmente non verrà candidato come Premio Nobel per la pace, probabilmente non guida una Nazione capofila del rispetto dei diritti umani, ma è anche colui che ha dovuto riportare l’ordine in una Nazione che ha vissuto mesi, se non anni, di ansia e inquietudine. E lo ha fatto anche dando qualche calcio nel culo, se era necessario.

Perché forse i nostri comunistelli italiani lo ignorano, abituati come sono a cianciare inutilmente di pacifismo e a vivere nel loro mondo dorato di apericene antifasciste, estintori tirati in testa ai poliziotti che ti garantiscono una aula del Senato, magistrati amici che ti scarcerano dopo che inneggi alla lotta armata in nome del movimento “No tav”, ma fuori da qui esistono nazioni sovrane che fanno legittimamente i propri interessi, giusti o sbagliati che siano, e i nemici, o coloro che ritengono tali, guarda un po’!, li fanno addirittura fuori.

Nessuno di noi ha la certezza che sia stato Al Sisi o qualcuno appartenente al suo governo, sia ben chiaro. Anche perché sarebbe illogico pensare che i servizi segreti egiziani siano così stupidi da uccidere uno straniero ritenuto una spia e un fiancheggiatore di terroristi e poi permettere il ritrovamento del suo cadavere. Non sappiamo, allo stesso modo, se Regeni sia finito in un gioco più grande di lui, mandato allo sbaraglio in funzione anti-Al Sisi, oppure per le sue velleità di giocare a fare il rivoluzionario.

Se sia stato più ingenuo o più stupido, insomma, non ci è dato sapere. Per adesso.

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