venerdì 8 marzo 2013

Che la terra ti sia lieve, Presidente



Non ci sono parole migliori di quelle pronunciate niente meno che da Fidel Castro per comprendere chi è stato davvero Hugo Chàvez e quale significato la sua rivoluzione bolivariana acquisti non solo per i venezuelani e l’America Latina, ma anche per tutti gli uomini liberi del mondo, che si sentono liberi e vogliono lottare per continuare ad esserlo.
Poche parole ed è sintetizzata tutta la vita di un popolo e di un mondo, e l’ipocrisia di gran parte di quell’Occidentr che scambia la sua lascivia culturale e spirituale per libertà.

“Guardate chi piange Chàvez, e chi invece gioisce della sua scomparsa”, così si è espresso Castro.

Chàvez viene pianto dal suo popolo, innanzitutto. Specialmente da quella parte del popolo venezuelano, ed è la maggioranza, che delle riforme del socialista bolivariano ha grandemente beneficiato. Riforma della sanità, della Scuola, ammodernamento dei servizi sociali e di sostegno alle famiglie povere e, soprattutto, nazionalizzazione del petrolio. Un atto inaudito, un vero e proprio schiaffo non solo economico, ma anche e specialmente morale, con la quale il popolo venezuelano ripristinava la propria sovranità economica su una risorsa importante della Nazione venezuelana, e per la quale Chàvez aveva espressamente affermato la necessità di far si che il petrolio venezuelano fosse una fonte di guadagno e di miglioramento, innanzitutto, per i venezuelani stessi. E fanculo al libero mercato!

Non solo. La riforma scolastica di Chàvez ha permesso al Venezuela di dichiararsi libero dall’analfabetismo, e ben 3 milioni di cittadini sono stati inseriti nell’istruzione primaria. Per la prima volta da quando il Venezuela è indipendente, quasi il 70% di tutta la popolazione (più o meno 20 milioni di persone) hanno accesso libero e gratuito all’assistenza sanitaria. Si somministrano più di un milione e 700 mila tonnellate di alimenti a prezzi modici, e più di un milione di persone riceve assistenza alimentare gratuitamente. La mortalità infantile, inoltre, è scesa sotto il 2%; in Italia, giusto per fare un raffronto, si aggira su una media del 3%.

Basta poco per capire chi fu il Presidente, scrivevamo. E infatti a piangere davanti alla sua bara troviamo non solo tutto il popolo venezuelano, ma anche vari capi di governo delle Nazioni latino-americane e anche il Presidente dell’Iran, Mahmoud Ahmadinejad, che anche lui di ribellione al sistema giudeo-americano ne sa qualcosa. A quanto ci risulta, nessun rappresentante italiano, né il boia comunista né il massone golpista né nessun altro, ha mandato un messaggio di cordoglio al Venezuela. Questa squallida dimostrazione di servilismo verso il padrone americano (che, morto Chàvez, spera che il Venezuela torni ad essere un semplice suddito dell’impero come prima dell’avvento del Presidente) fa da triste contraltare alle immagini in cui il boia Pertini bacia commosso la bara del criminale di guerra Josif Tito, responsabile della pulizia etnica (occultata e mascherata per decenni dal Partito Comunista, e ancora oggi sostanzialmente sconosciuta alla gran parte della popolazione italiana) di decine e decine di migliaia di nostri connazionali fiumani e giuliano-dalmati.

Noi, che ci riteniamo uomini mentalmente e spiritualmente liberi, piangiamo la morte di chi ha avuto la capacità di dimostrarci che l’impossibile può essere possibile. In questo senso Chàvez non è morto. Non muoiono gli eroi quando continuano a vivere e ad illuminare il cuore e l’anima di chi li ricorda.

Che la terra ti sia lieve, Presidente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, vi seguo da poco (cioè da quando conosco Fascismo e Libertà). Concordo grossomodo con l'articolo, anche se bisogna dire che nel Venezuela di Chavez non sia stato tutto rose e fiori (ad esempio so che la criminalità è cresciuta notevolmente, ma potrei sbagliarmi). Sicuramente l'aver sottratto il suo paese alla dittatura americana-capitalista-parassita-sfruttatrice è una gran nota di merito. Dittatura alla quale dovremmo ribellarci pure noi italiani in nome della nostra AUTARCHIA (concetto fondamentale durante il Fascismo, oggi invece 9 persone su 10 non sanno nemmeno cosa sia); invece ci facciamo sodomizzare da quasi 70 ormai, ritenendo di essere belli, alla moda ma sopratutto LIBERI.

Infine, vorrei capire quale fosse la posizione del movimento riguardo al comunismo cubano e a Castro, citato in questo stesso articolo.

Un saluto.

NOBIS!

Andrea Chessa ha detto...

Gentile lettore,
è sicuramente vero che nel Venezuela di Chàvez non tutto sia stato rose e fiori. La criminalità è un problema fondamentale, per esempio, e negarlo sarebbe ipocrita.
Per quanto riguarda la nostra posizione su Cuba e Castro, ne apprezziamo la componente autarchica ed anti-americana, ma le condizioni del popolo cubano (dovute in gran parte anche al vergognoso embargo che gli Stati Uniti hanno attuato contro questo Stato per anni) sono ai livelli che ben tutti conosciamo. Condizioni di arretratezza sociale ed economica spaventosa - proprie di una classe politica e di un Castro contrario a qualunque cambiamento e ammodernamento - non possono non trovarci fortemente negativi. Si conferma, purtroppo, che laddove regni il comunismo vi sia solo miseria e povertà.

Un saluto cameratesco

P.S. Che ne dice di lottare al nostro fianco?

Anonimo ha detto...

Buonasera,

chiedo scusa per la risposta tardiva, sono stato molto impegnato in questi giorni.

Ecco, non capivo la frase iniziale del post, quel ''niente meno che da Fidel Castro''; mi era parso quasi un elogio, ma di certo non poteva esserlo. Comunismo = povertà, come dice lei stesso, e non posso che concordare in pieno. Tuttavia, ho degli amici comunisti che, con le loro fantomatiche lotte di classe, dittature del proletariato, Fascismo servo del Capitalismo et similia, mi fanno fare le migliori risate. Ma immagino che anche lei abbia modo di conoscere qualche esemplare rosso che avrebbe estremamente gradito l'adesione al Patto di Varsavia, rivendicando quanto prodigale, altruista, egregio e sexy fosse Josif Stalin (al cui confronto, numero di morti alla mano, il super-cattivissimissimo Hitler era poco più di un principiante).

Sarei molto lieto di battermi insieme a voi, ma dovrei prima capire quanto tempo, più o meno, impiegherebbe tale attività.

Un Saluto Romano

NOBIS!

Andrea Chessa ha detto...

Non chiediamo più di quanto chi entra con noi sia disposto a dare. Mi spiego: abbiamo diverse tipologie di tesseramento.
€ 20 per i reduci RSI
€ 40 per i disoccupati e i pensionati e i militanti (coloro che intendono fare attività politica attiva, e non mi sembra il Suo caso, a quanto mi dice)
€ 70 per i militanti, cioè coloro che ci sostengono ma non sono interessati a fare attività politica in senso attivo.
La differenza aggiuntiva di prezzo tra il militante e il simpatizzante si spiega con il fatto che al simpatizzante, proprio perché quest'ultimo non partecipa all'attività politica, si chiede di elargire qualcosa di più per aiutare un Movimento, come il Nostro, che è lontano dai giochi della vecchia politica e sopravvive essenzialmente con l'autofinanziamento.
Per qualunque cosa mi può contattare pure ai contatti della Vicesegreteria Nazionale ISole recanti il mio nome che trova nella apposita pagina http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=13.

Nobis!

Andrea Chessa ha detto...

P.S. Quanto agli amici comunisti che la fanno ridere, stia pure tranquillo: anche noi abbiamo la nostra buona dose di ignoranti rossi che pretendono di darci lezioni di SToria e di democrazia.