sabato 4 febbraio 2012

Sentiremo parlare del fracking

Gianfranco tesauro
MFL Lombardia

Non ne avevo mai sentito parlare prima di oggi. E' un moderno metodo di estrazione del gas che, pare, stia facendo miracoli (per le industrie estrattive, ovviamente). E sta facendo incazzare Greenpeace. Se ne sta parlando parecchio di questi tempi negli Stati Uniti, e potrebbe modificare in maniera determinante la geopolitica dei prossimi decenni. Nel giro di pochi anni farà degli Stati Uniti uno dei principali paesi produttori di gas al mondo. Ve lo immaginate? Il prezzo del gas potrebbe scendere, l'Europa potrebbe trovarsi a scegliere se acquistare gas dagli USA importandolo via mare o dalla Russia tramite i suoi gasdotti. Alcuni di questi in giro per il mondo potrebbero non valere più nulla. E come potrebbe la Russia, in uno scenario simile, con esportazioni calate, mantenere in equilibrio la sua bilancia commerciale? E quanto ne sarebbe ridimensionata la sua importanza militare?

Anche nel settore dell'estrazione del petrolio promette notevoli progressi. Se di progressi si può parlare. Ma in cosa consiste il fracking?

Brutalmente: si scava il pozzo e gli si iniettano all'interno migliaia di litri d'acqua, mischiata a ghiaia, sabbia, sfere di ceramica e composti chimici già catalogati come nocivi per l'uomo e l'ambiente, allo scopo di perforare i pozzi anche orizzontalmente aprendo delle vere e proprie fratture nel terreno. Il riempimento delle fratture con gli elementi poco sopra elencati provoca la risalita del gas a pressioni elevate e mantiene dilatati questi squarci nel terreno. Un passo da gigante nell'industria estrattiva, non c'è che dire. Obama è entusiasta; il fracking creerà un sacco di nuovi posti di lavoro e ridurrà la dipendenza energetica degli USA. Inoltre, considerate le nuove inestimabili fonti di gas a sua disposizione, il presidente mulatto potrà farsi bello con l'opinione pubblica in vista delle elezioni, bloccando lo sfruttamento del paradiso dell'Alaska e delle acque profonde del golfo del Messico, già devastato dalla Deepwater Horizon.

Solo che si stanno avvelenando le falde acquifere e buttando migliaia di litri d'acqua nel sottosuolo mentre milioni di uomini non ne hanno per soddisfare i bisogni primari. Ovvio che non si possono squarciare chilometri di terra senza farla tremare, ed ecco che i nostri eroi devono tenere monitorati i microsismi che stanno scatenando in giro per le coste dell'America del nord.

La Francia ha già vietato sul suo suolo l'uso di questo metodo, anche per non soffocare lo sviluppo del settore nucleare sul quale ha tanto investito negli ultimi decenni.

Interessante, no? Questa è, secondo gli analisti, una delle ragioni per cui il prezzo del petrolio non ha risentito più di tanto delle scaramucce di Hormuz e delle minacce più o meno serie dell'Iran. Probabilmente del fracking sentiremo parlare più spesso nei prossimi anni.

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