mercoledì 6 ottobre 2010

I complici di Israele

Giovedì 7 ottobre si terrà, a Roma, una manifestazione di aperto sostegno nei confronti di Israele e, conseguentemente, della sua politica.

Pochi giorni fa una manifestazione simile, e rigorosamente bi-partisan, si era tenuta in favore di Tony Blair, non si sa bene per quali meriti (l’appoggio incondizionato alle guerre dei criminali americani? Il bombardamento dell’Iraq e dell’Afghanistan? La sua inefficienza come mediatore negli accordi israelo-palestinesi?).

Chi scrive si chiede, e chiede: ma l’Italia è ancora una Nazione sovrana, capace di portare avanti una propria politica estera e di porsi come elemento importante nelle relazioni tra gli Stati, oppure è soltanto la continuazione territoriale di qualche altro Paese? E se si, di quale Paese? Israele? Stati Uniti d’America? Inghilterra?

E ancora: che cosa mai dovrà fare Israele perché da tutto il mondo, e specialmente l’ipocrita Occidente che pretende di uniformare a suon di bombe tutto il mondo al suo antiumano american way of life, possa alzarsi una condanna ferma e decisa per i suoi crimini? È uno Stato che ha rinchiuso un milione e mezzo di persone dentro un pezzo di terra, tenendole alla fame. È uno Stato che si erge, forte delle sue 300 testate atomiche, come paladino che cerca di fermare la corsa al nucleare. È uno Stato che attacca le navi di pacifisti civili in acque internazionali. È uno Stato che si è autodefinito “ebraico” e che in nome di ciò smantella continuamente le case dei nativi palestinesi per sostituirle con le villette di fanatici coloni. È uno Stato che, forte di una potente lobby che lo difende da qualunque accusa, non esita un giorno si e l’altro pure a manifestare la propria arroganza.


Ci chiediamo: cosa deve accadere perché da questa parte del mondo si alzi una condanna dura e forte contro questo Stato che minaccia così impunemente la pace di una intera regione, quella mediorientale? Quanti bambini dovrà ancora uccidere dal mirino dei suoi cecchini? Quante case dovrà ancora radere al suolo? Quanti palestinesi dovrà espellere dalle loro case? Su quanti campi dovrà ancora passare sopra con le sue ruspe? Quante testate atomiche dovrà costruire? Quanti paesi dovrà minacciare? L’Iran? La Siria? E poi chi altro? Quante azioni in stile “Piombo fuso” dovrà compiere? A quanti camion di rifornimenti per i palestinesi dovrà impedire il passaggio? Quanti pacifisti dovrà uccidere e torturare in acque internazionali la prossima volta? Ci dovrà pur essere un limite superato il quale si dica “Basta”!

Ogni tanto la nostra classe politica vigliacca e complice, supportata da una lobby sionista potentissima in tutta Europa che riesce a zittire qualunque critica ad Israele con il baubau dell’antisemitismo, sente il bisogno di sostenere Israele, non si sa bene per che cosa e in nome di quale valore. Tutto ciò, si badi bene, in stile rigorosamente bipartisan. Domani, a Roma, vedremo D’Alema come Casini, Veltroni come Alemanno, Aznar come la Nirenstein, che si arrogheranno il diritto di scendere in piazza e di insegnarci che cosa è la democrazia, i diritti umani, il rispetto dell’altro, tutto ciò sostenendo uno Stato che ha fatto della violazione di qualunque diritto e di qualunque regola internazionale la propria bandiera. Li abbiamo visti e li vedremo litigare su qualunque argomento: leggi ad personam, Berlusconi, intercettazioni, legge elettorale, destra contro sinistra, Berlusconi contro Fini, e via dicendo. Ma sul sostegno ad Israele queste divisioni non esistono più, svaniscono come per incanto. Tutti uniti. Tutti partecipi. Tutti complici.

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