giovedì 26 novembre 2009

Anche l'Alcoa spreme e se ne va


La protesta dei lavoratori dell’Alcoa si sposta dalla Sardegna a Roma. Ci sono tutti, incluso Cappellacci. L’obiettivo è essenzialmente uno: impedire che i circa 400 operai della Alcoa, la multinazionale dell’alluminio, vengano messi in mezzo alla strada a causa della decisione del colosso americano di licenziare 2000 lavoratori tra Sardegna e Veneto. Dopo aver goduto di un particolare regime tariffario per l’energia elettrica – che è stato pagato con le bollette di tutti noi (incluso un sovvenzionamento statale dal 2006 al 2009 che è stato ritenuto “aiuto di Stato” dall’Unione Europea, e per il quale è stata aperta nei confronti del nostro Paese una procedura di infrazione) – fa le valigie e torna a casa.

Il limone è spremuto. Tutti i soldi finiscono oltreoceano, in Pennsylvania, dove il colosso ha la sua sede.

Terra di conquista, come nel far west. Un importante polo industriale del Sulcis, e della Sardegna tutta, rischia di chiudere. E con lui un pezzo di territorio importante. Con buona pace dei lavoratori sardi, dei sovvenzionamenti di Stato e dell’Italia. E’ il mercato, bellezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E j'hanno pure menato!

Alessio

Andrea Chessa ha detto...

Lo stavo sentendo stasera. Da quello che ho capito c'è stato il tentativo di forzare un blocco...

Anonimo ha detto...

Ricordo una battuta del Commissario Montalbano:
"Ma come? Quelli manifestano perchè non hanno il lavoro e noi che facciamo? Li pigliamo a manganellate?"

Alessio