sabato 24 ottobre 2009

Il Grande Fratello si è mosso. E fa paura.



La campagna di diffamazione che colpisce il docente de La Sapienza Antonio Caracciolo è a dir poco disgustosa e stomachevole.

Capita che la Grande Menzogna, per tenersi in piedi, non abbia solo bisogno di tutte quelle caratteristiche che, storicamente, sono proprie delle religioni: dogmi (la soluzione finale), martiri (i sei milioni), luoghi sacri (Auschwitz, Dachau), testi della fede.

Di tanto in tanto c'è anche bisogno di qualcuno che impersoni Satana: l'eterno antisemita, il massacratore di innocenti, il negazionista, il revisionista. E' uno dei tanti modi che gli innominabili hanno, oltre che per continuare a propagandare le loro menzogne, per mantenere il proprio potere di intimidazione e di sopraffazione: punirne uno per educarne cento.

Sempre fedele ai grandi potentati economici, La Repubblica apre la campagna di odio e di diffamazione contro uno studioso che – probabilmente ingenuamente – credeva di vivere in uno Stato di diritto e altro non ha fatto se non difendere, dalle pagine di quel strumento democratico che è la rete internet, il suo diritto a pensarla diversamente.

Anzi, neanche: ad avere dei dubbi. Ma i soloni della nuova religione olocaustica, l'abbiamo visto, non solo combattono con le loro armi a disposizione (che sono tante, continuamente in via di perfezionamento) chi non creda al dogma, ma hanno raggiunto un ulteriore grado di specializzazione. Ora si combatte non solo l'eretico, ma anche il dubbioso. Chi, cioè, non fa pubblica professione di fede. Del resto: non fu proprio l'ex Presidente del Senato, Marcello Pera, a scagliarsi veementemente contro Richard Williamson, dalle reti di Sky TG24, perché quest'ultimo aveva semplicemente detto che, non essendo uno storico, non voleva parlare di certi argomenti?

Sia ben chiaro: Williamson non aveva negato l'olocausto. Aveva solo detto che, non essendo la Storia la sua materia principale di studio, lasciava la parola agli esperti. E tanti esperti avevano/hanno una versione diversa da quella ufficiale, grazie alla quale la democrazia parassita e usuraia trova la sua giustificazione. Ma il fatto di non aver dichiarato pubblicamente di credere, per Pera, era già un reato di lesa maestà.

Ma stavolta è peggio. Stavolta assistiamo a diverse autorità (religiose, come Riccardo Pacifici; istituzionali, come l'ex missino – non ditegli Fascista che sennò ci rimane male – sindaco di Roma, Gianni Alemanno; culturali, come Frati) che, dall'alto delle loro alte cariche onorifiche e lautamente stipendiate, attaccano con livore un docente di Roma colpevole solo di aver espresso la sua idea nel suo spazio internet personale. E lo fanno, i “signori”, con atteggiamento vagamente mafioso. Si parla di denunce (la legge Mancino è il jolly che si utilizza per la repressione, essendo eccessivamente edulcorata la legge anti-negazionista di Mastella, che commina tre anni a chi incita all'odio razziale ma non parla esplicitamente di negazionismo olocaustico), di toglierli il lavoro, mandarlo addirittura a Dachau (vogliono forse riaprirlo per sbatterci dentro i revisionisti? Quanto manca perché gli eretici finiscano in qualche lager con il simbolo sul petto?) per convertirlo. Si spera, per convertirlo...

Dagli al professore, dagli al professore!, è il motto che gridano tutti. Tutti fanno a gara per distinguersi in questa forsennata campagna di odio. Verso un uomo, giova ricordarlo, che non si è macchiato di altro reato se non quello di esprimere pubblicamente il proprio disaccordo riguardo un avvenimento storico che si da' per certo, e tale deve rimanere, per il Potere.

In questa guerra mediatica, dove tutti i poteri forti si coalizzano contro un docente inerme, c'è da rimanere sbalorditi nel constatare la facilità con la quale tirano fuori l'armamentario di distruzione. Basta l'articoletto del primo pennivendolo da strapazzo, e può cominciare la mattanza.

Ti alzi, la mattina, e scopri di essere sulle prime pagine di tutti i giornali. Hanno preso una tua foto e l'hanno sbattuta in prima pagina. Come un mostro, un assassino, un pedofilo. Anzi, peggio. Questi stanno nelle stanze del potere. Tu sei solo uno che ha un semplice e comunissimo blog. Non sei abituato a vedere il tuo nome che circola sui giornali, alla TV... La tensione è tanta. Il telefono inizia a squillare. Tu, che non hai tutti gli agganci che hanno loro, hai paura. E ti chiedi: possono veramente togliermi il lavoro? Lo stipendio? Rovinarmi la reputazione? Come faccio con gli amici? La famiglia? La mia fidanzata? Possono, possono. Provi a prendere contatto con qualche giornale: hai o non hai il diritto di dare la tua versione? Ma il giornale, eterno servo dei padroni, fa solo quello che sa fare meglio: prende il tuo pensiero e lo stravolge; una frase da questo articolo, una citazione da quell'altro, togli qui, aggiungi lì, modifica in basso, ed ecco che la tua dichiarazione è completamente stravolta. Non è più quello che volevi dire: è un pensiero “altro” rispetto a quello che tu hai cercato vanamente di esprimere. Non lo riconosci come tuo. Fai l'unica cosa che puoi fare: accendi il pc e scrivi la tua versione sul tuo blog. Ma anche qui sai sempre che potrebbe non bastare. Basta il primo giudice che c'è disponibile, una imbeccata dall'uomo giusto, e il tuo blog è chiuso.

Il sistema ti si è ritorto contro. Ti senti strangolato. Ce l'hai alla gola. Il giorno prima non era niente, e ora lo senti che ti graffia nella carne.
Perché questo screditamento totale della tua persona, se sei un uomo pulito e semplice, ti fa male. Rischia di destabilizzarti profondamente.

Mi ha colpito profondamente una frase di quello che ha detto il Professore sul suo sito (cito a memoria per non perdere tutti i pensieri che ho adesso): “Tutti contro di me. Non ce la faccio. Siete 10 contro 1. per favore: venite uno alla volta, vi rispondo uno per uno”. Non c'è concetto migliore per esprimere tutto il loro potere: questo enorme e potente esercito che sta davanti a te, ti sovrasta, sono tanti, ognuno spara la sua, non sai da che parte girarti, a chi rispondere, cosa dire. Della imponente macchina da guerra che ti ha preso di mira, quale elemento attaccare per primo?

Forse il Rettore dell'Università, Frati, che ti dice di andare a Dachau? Ma se Dachau è l'unico campo di concentramento per il quale tutti gli storici – anche quelli ufficiali – concordano sul fatto che non fu un campo di sterminio?

Ad Alemanno, che con fare intimidatorio dice “E' di Forza Italia? Controlleremo anche questo”, come dire: se ci tira nel fango il PDL gli facciamo scontare tutto con gli interessi...

A Pacifici, che ne approfitta per patrocinare una legge anti-negazionista anche qui in Italia (quella di Mastella è troppo edulcorata)? Verrebbe voglia di rispondergli che la Storia non si decide nei Tribunali, ma con la ricerca e lo studio...

Fa veramente paura vedere questa tremenda campagna di odio e di discriminazione. E' in questi momenti che prendo piena consapevolezza di quanto “loro” siano forti. Di quello che possono fare, del potere che hanno. E' a dir poco spaventoso. Non senti una voce dissonante, un “ma”, un qualcuno che prova a calmare gli animi. Nulla. “Loro” sono compatti. Loro, che sono i primi negazionisti a comando: quelli che negano tutti i giorni l'olocausto che si compie a Gaza, che solidarizzano col carnefice con cartelli e striscioni mentre si compie la mattanza...

Per questo dobbiamo fare solo una cosa: prendere tutto quello che ha scritto il professore e stamparlo, poi nasconderlo. E leggerlo in segreto. Perché sai che oggi tocca a Caracciolo, poi toccherà a te. Possono venire a cercarti, dopo averti tappato la bocca chiudendo blogs, siti e quant'altro, e sequestrarti tutto quello che è "pensiero": scritti, appunti, cd-roms... Non l'abbiamo forse visto con Thule Toscana? Prima che loro vengano, sarai riuscito a tenere dentro la tua mente gli scritti di un uomo che è rimasto “libero”, e che ha combattuto per difendere il suo diritto sacrosanto di pensarla diversamente. Imprimiamoceli a fondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' morta la libertà, è morto il pensiero di fronte ai baluardi della cosiddetta verità ufficiale, è morto l'uomo quale sistema aperto che cresce, si modifica attraverso l'esperienza e lo studio. In che società viviamo ne ho la nausea!!!
Due sono le scelte o ti allinei o muori. Questo è lo scenario, questo il viatico di chi persegue la verità. La fedeltà e l'onore le uniche armi, ma queste solo per una soddisfazione culturale personale perchè sei un isola in un oceano di menzogne e di nefandezze...La verità rende l'uomo libero, questa vince sempre...ma l'uomo, nella sua fragilità incontestabile, si chiede quando sarà il tempo che questa vincerà!!!
In alto i cuori!!
Emil

SpeedPlus ha detto...

Siamo abituati all'idea di 'andare dal medico'. Ma in futuro i nostri dispositivi digitali potranno guardare le nostre condizioni per emettere diagnosi. Questo potrebbe essere un grande balzo in avanti. Tuttavia, la realtà può finire per essere piuttosto complicata ...