martedì 7 luglio 2009

L'ennesimo atto di arroganza di Israele

Nel totale silenzio dell'opinione pubblica (con l'unica eccezione de La Stampa, che ha riportato il racconto di Màiread Maguire, suscitando le ire di quelli di Informazione (S)Corretta) – e di quella italiana in particolare – troppo impegnata ad informarci sulla morte del pedofilo Michael Jackson per vagliare qualunque altra notizia seria, l'avvenimento è passato sotto silenzio.

Ma testimonia, per l'ennesima volta e se mai ce ne fosse ancora bisogno, il grado di arroganza e di impunità che contraddistingue Israele.

Il 1 luglio l'esercito israeliano ha letteralmente sequestrato una nave che portava aiuti a Gaza, denominata Spirit Of Humanity (Spirito di Umanità), con tutto il suo equipaggio.

In acque internazionali la Spirit of Humanity è stata circondata da due minacciose navi da guerra dell'entità sionista, che hanno prima ordinato alla nave di tornare indietro, e poi, al netto rifiuto dell'equipaggio di pacifisti, hanno assaltato la nave, non prima di aver silenziato tutte le comunicazioni satellitari e via radio. Una unità militare in assetto anti-sommossa ha prima speronato la piccola imbarcazione, e poi ha fatto irruzione sul ponte, conducendo tutti i militanti nel centro di detenzione di Ashdod.

Tra i pacifisti non c'erano semplici militanti, ma anche nomi eccellenti. Primo fra tutto ex deputata del Congresso americano, Cynthia McKinney, da sempre impegnata nella lotta contro il razzismo sionista e pertanto vittima di una pesante campagna diffamatoria di stampa. Altro nome importante è niente di meno che quello di Màiread Maguire, Premio Nobel per la Pace, impegnata nei diritti umani e per la difesa dei diritti del popolo palestinese.

Il sequestro di una imbarcazione che porta con se solo materiale umanitario, per la ricostruzione e giocattoli, che è già stata controllata alla partenza nel porto di Cipro, e che non si è neanche avvicinata alle acque israeliane ma si è mantenuta in acque internazionali, con la chiara intenzione di arrivare a Gaza City, è l'ennesimo atto di protervia di uno Stato per il quale il diritto internazionale è una bufala, e vale invece solo il diritto del più forte.

Non una parola è stata scritta, in merito a questa vicenda, dai nostri media. I quali, ipocritamente, non hanno esitato a dare lezioni di democrazia agli Stati scomodi come l'Iran, colpevoli di reprimere con forza il teppismo di una parte politica incapace di accettare la propria sconfitta elettorale, o di trattenere per indagini giornalisti accusati di spionaggio, come accaduto con Roxana Saberi (accusa assolutamente giustificata, visti tutti i tentativi fatti dagli Stati Uniti di infiltrare uomini propri all'interno dello Stato iraniano con l'obbiettivo di avviare una strategia della tensione). In queste circostanze è stato tutto uno strapparsi i capelli, una unanime levata di scudi contro l'Iran ed Ahmadinejad, descritto per l'ennesima volta come un guerrafondaio.

Eppure, il sequestro di un ex deputato americano e di un Premio Nobel per la Pace dovrebbero essere considerati qualcosa di molto grave; molto più grave, per esempio, del semplice trattenere dei lavoratori di una ambasciata straniera accusati di spionaggio a favore di una Nazione straniera, come ha fatto l'Iran, suscitando lo sdegno del Ministro degli Esteri “italiano” Frattini.

Una cosa è certa: quanto più l'opinione pubblica si mostrerà servile e schierata perennemente a difesa di Israele, pronta anche a difendere le sue trasgressioni più gravi, tanto più i sionisti si sentiranno sempre più autorizzati a proseguire nella infame repressione genocida contro il popolo palestinese, e contro chiunque osi difenderlo.

Il silenzio dell'Europa sancisce la sua complicità.

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