venerdì 24 luglio 2009

Beata quella Nazione che ha i suoi eroi

Non si può non dire qualcosa sulle polemiche relative all'ultima frase di Berlusconi: “Non sono un santo, l'avete capito. Speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica”. Ci si potrebbe fermare qui, ma il nostro prosegue imperterrito: “A casa mia certe cose non possono accadere, perché io sono un uomo di cultura e di eleganza”.

Ci sarebbe da riflettere su quale sia la cultura di Berlusconi. Storica, innanzitutto. Perché un buon libro di Storia, ormai che è l'uomo più potente d'Italia, potrebbe anche leggerselo. Capirebbe, per esempio, che gli americani che loda un giorno si e l'altro pure – lungi dall'averci liberato – ci hanno imposto il loro ordine mondiale a suon di lutti e di massacri, facendoci retrocedere da Nazione rispettata ed ammirata ad un feudo del Medioevo. E capirebbe anche che, a tutti gli effetti, quelli che lui chiama “invasori” - cioè i Tedeschi – furono nostri alleati di guerra che abbandonammo nel momento del bisogno.

Certo, certo... è stato impegnato per tutta la sua vita a cercare di arricchirsi esageratamente. Ma ora che qualche soldino l'ha messo da parte, qualche buon libro di Storia non gli farebbe male.

Ma di quale cultura parla Berlusconi? Forse di quella che si è fatta frequentando le veline, la D'Addario oppure lo strimpellatore Apicella? Quella che traspare ogni giorno dalle sue reti televisive, dove la volgarità e le oscenità sono talmente asfissianti da essere diventate quasi noiose?

Ce lo dovranno spiegare, un giorno o l'altro.

Ma lui dice anche che si, ormai lo dovremmo aver capito tutti, lui non è un santo. Già questo dimostra che, come popolo italiano, siamo scesi davvero in basso. Perché il popolo italiano non vuole sapere le ragioni che hanno portato Berlusconi ad iscriversi alla P2, a diventare uno dei principali esponenti del mondialismo e della giudeo-massoneria internazionale, nonché del partito americanista. Né il popolo italiano vuole sapere quali siano stati i suoi rapporti con noti esponenti di Cosa Nostra. L'incivile popolo italiano queste cose le condona tutte. Ma che il Berlusca si trombi le ragazzine questo non va giù. Tipica ipocrisia di uno Stato drogato da decenni di propaganda vaticana.

Certo, un poco di buon gusto – che gli italiani sembrano aver ormai definitivamente perso – imporrebbe non dico che il Presidente del Consiglio sia un eremita, ma che almeno si tenga per se le sue trombate. Se gli tira ancora, pur con massicce dosi di pillole blu, buon per lui.

Se la faccia pure con la D'Addario, se gli pare. Ma il potere non è solo il puro e semplice comando; è anche responsabilità, il dare l'esempio. Perché se chi comanda – cioè chi ci rappresenta – si dimostra un personaggio indegno e squallido, non ci rimettiamo solo come immagine di Nazione. Ma c'è qualche cosa di peggio. Perdiamo l'esempio di chi ci governa. Se lo ha fatto Berlusconi, che è Presidente del Consiglio, non posso farlo io? Anzi, fa pure tendenza!

E' grave, perché io penso che l'Italia non abbia gli anticorpi culturali per resistere a questo imbarbarimento civile e culturale che la bombarda giornalmente.

Una marea di volgarità e di oscenità che aumenta in maniera esponenziale in estate. Sono sicuro di non essere il primo a fare questa osservazione. Se nei mesi invernali riusciamo, con una buona dose di pazienza e di fortuna, a trovare qualche cosa di decente in televisione, è pur vero che in estate questo minimo apporto viene a mancare. E' tutto un elencarci le previsioni del tempo, i modi migliori di prendere la tintarella, un consigliarci come affrontare il caldo con servizi televisivi che vengono riciclati da anni... E, immancabilmente, una vagonata di culi e di tette delle varie mignotte di regime, troiette senza arte né parte il cui unico scopo è esibire la propria carne e la propria ignoranza.

Sia ben chiaro: chi scrive non è un moralista. Il sottoscritto ha 26 anni e non si preclude alcun genere di svago o di divertimento. Ma qualunque persona equilibrata conosce bene la necessità di diversificare le proprie attività e i propri hobby. Potreste anche stare cinque o sei ore rinchiusi in camera da letto con una splendida ragazza; ma dopo sentireste comunque l'esigenza di fare altro. Una passeggiata, guardare la tv, andare al cinema. magari anche politica, o volontariato. Stessa cosa per la tv: è piacevole, per gli uomini, che alcuni programmi televisivi siano infarciti di belle ragazze. Ma quando la carne esibita diventa troppa, e si scade nella volgarità e nella monotonia, qualunque persona che non sia mentalmente malata – o sessualmente frustrata – capisce che è troppo.

Ecco come si perde la capacità di dare l'esempio. La televisione propone continuamente modelli di comportamento totalmente irreali ed irraggiungibili, oltreché idioti. Quello che conta per i ragazzini di oggi non va oltre il vincere qualche trasmissione idiota, scopare nei cessi delle discoteche o diventare famosi.

Non c'è più alcuna idea (per non dire ideale), alcuna aspirazione, alcun sogno.

Qualche tempo fa leggevo, non ricordo dove, che in Giappone hanno eretto un monumento ad una alunna prodigio, particolarmente studiosa ed intelligente. Le comitive di studenti erano invitate ad andare a vedere questo monumento e ad informarsi sulle imprese della ragazzina in questione, al fine di poter essere come lei ed impegnarsi pertanto negli studi. Ecco l'esempio, l'esigenza di un modello nobile da imitare per migliorare se stessi.

Se una cosa del genere venisse fatta in Italia, sono sicuro che l'iniziativa sarebbe bollata come retrograda, inutile, subirebbe gli sberleffi di una stampa asservita e schierata. Gli unici monumenti che sappiamo costruire sono quelli in onore di Manuela Arcuri. Non è uno scherzo: al sud, in una città di mare, esiste veramente un monumento dedicato all'attricetta, che ripropone fedelmente le forme della stessa; non escluso, ovviamente, il seno, che a quanto pare è l'unica caratteristica che abbia reso questa “signora” famosa. I cittadini cercano di toccare il seno (del monumento) come augurio di buona fortuna.

Ecco a chi facciamo i monumenti noi italiani. In Giappone alla studentessa, in Italia a Manuela Arcuri.

Le favole cercavano di fare proprio quello che noi non facciamo e non abbiamo più: dare l'esempio, un modello di comportamento razionale, moprigerato, semplice. Chi di voi non si è mai immedesimato in Hansel e Gretel, che con un colpo d' astuzia battono la strega cattiva per riscattare se stessi dalla fame e dalla povertà? E chi di voi, da bambino, non stava attentissimo quando la mamma raccontava dell'intrepido cacciatore che liberava la nonna e la nipotina dalla pancia del lupo cattivo? E a quale bambina non piaceva la favola di Cenerentola, la schiava umiliata e maltrattata che poi conosce una propria redenzione? Avevano una loro funzione pedagogica, le fiabe. Educavano, istruivano, aiutavano a sognare.

Oggi tutto questo sembra solo un ricordo anche a chi, come il sottoscritto, è relativamente giovane. Hansel e Gretel giocano alla Playstation; Cenerentola passa da un estremo all'altro: non va più al ballo prima di mezzanotte, ma si fa scopare sui cessi di una discoteca, dove le ragazzine si addestrano ad essere troie fin dalla più tenera età; il cacciatore non salva più nonne e bambine: tiranneggia i propri coetanei, brucia i senzatetto, ammazza e si ammazza gonfio di alcol il sabato sera...

L'inciviltà avanza, non conosce limiti né ostacoli, in estate ha il suo clou.

Oggi, le fiabe che vengono raccontate sono ben altre. Wladimir Luxuria, il travestito in quota Rifondazione Comunista, sta andando in giro nelle scuole a pubblicizzare un suo libro di favole. I protagonisti non sono né Hansel né Gretel, né Cenerentola né cappuccetto Rosso, ma sono bambini omosessuali, transgender e transessuali. Più squallore o meno squallore... non c'è limite al fondo. Il tutto con la complicità delle istituzioni scolastiche, che in nome del politicamente corretto danno spazio a questo genere di eventi.

Ecco qui tutto quello che la sinistra che attacca Berlusconi per le sue frequentazioni con la D'Addario riesce a partorire dalla sua mente: le favolette dei travestiti. Berlusconi, in mezzo a questa gente, ci fa un figurone.

Qualcuno ha scritto che è beata la Nazione che non ha bisogno di eroi. Io invece dico che di eroi l'Italia non può farne a meno. Abbiamo disperatamente bisogno di esempi. Oppure anche solo e semplicemente di uomini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi spietata che non fa una piega.

Diceva Churchill: governare gli italiani non è nè facile, nè difficle. E' inutile.

Difficile dargli torto, soprattutto da 15 anni a questa parte...

Alessio

Andrea Chessa ha detto...

Concordo.

Un saluto