mercoledì 3 giugno 2009

La repubblica delle banane

Pubblicato sul mensile "Il lavoro Fascista", maggio 2009
Che l’Italia fosse una repubblica “democratica” fondata sul terrorismo partigiano, sulla mafia e su un referendum istituzionale truccato è cosa nota ai più; che fosse anche una repubblica delle banane con Leggi applicate da emuli di Pulcinella è cosa che solo i più scafati riescono a capire.
Essendo reduce dall’ennesimo scontro con istituzioni corrotte che stravolgono Leggi e Sentenze a proprio piacimento, vorrei condividere con tutti i miei lettori questa esperienza dei giorni scorsi; come molti sapranno il sottoscritto è Segretario Nazionale del Movimento Fascismo e Libertà, entità riconosciuta del tutto legittima da decine di decreti di archiviazione e sentenze fin dalla sua fondazione, avvenuta ad opera di Giorgio Pisanò nel lontano 1991.


Chiunque può farsi una cultura su queste sentenze e decreti scaricandole dal nostro sito all’indirizzo: http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=6.

Ovviamente, l’illustre magistratura italica, divenuta organo militante del PCI su indicazione e volere del compagno Togliatti, se si è comportata onestamente sentenziando che il MFL non ha nulla a che fare con i reati previsti dalla XII Disposizione Transitoria della Costituzione, né con quelli disciplinati dalla cd. Legge Scelba, nulla ha mai fatto per tradurre questi pronunciamenti in fatti concreti, ovvero garantendo il nostro diritto ad operare in santa pace, senza censure e senza sabotaggi di ogni genere, soprattutto quando si tratta di partecipazioni alle elezioni; infatti, spesso e volentieri siamo stati cacciati da competizioni elettorali da vice prefetti mafiosi o da membri di commissioni elettorali con la bandiera rossa, alla faccia delle sentenze che sanciscono la nostra legittimità nel nome e nel simbolo che utilizziamo. Persino una Sentenza del Consiglio di Stato del 1994 viene ignorata o stravolta a piacimento, benché essa reciti senza ombra di dubbio che quanto meno il nostro simbolo, cioè il Fascio Repubblicano, è pienamente legittimo anche come contrassegno elettorale, purché disgiunto da una scritta che citi la parola “Fascismo”… Addirittura il Ministero dell’Interno, ove si devono depositare i simboli in occasione di elezioni nazionali ed europee, ha sempre rifiutato il nostro logo, benché dichiarato legittimo dalla Sentenza di cui sopra, anche quando è stato epurato dalla parola “Fascismo”; anzi, a dirla tutta, spesso i mafiosi impiegati in quel ministero ci hanno sibilato nelle orecchie, in via informale, che mai e poi mai avrebbero accettato il nostro logo… Tanto le decisioni del Ministero in tema di simboli elettorali sono inappellabili, come sancisce la Legge di questa repubblica delle banane! Alla faccia della tanto decantata “libertà riconquistata” di cui ha parlato pochi giorni or sono il residuato bellico dell’era sovietica che pretende di essere presidente “di tutti gli italiani”!

Spesso ci è andata meglio in occasione di elezioni amministrative, ove a decidere non è il Ministero ma i membri delle commissioni elettorali di provenienza prefettizia… Evidentemente non tutti in Italia sono dei mascalzoni e qualcuno si limita ad applicare la Legge, dopo avere esaminato attentamente le Sentenze che sanciscono la nostra legittimità; certo, qualcuno applica le Leggi, ma altri cercano di interpretarle a modo loro, come accade nella rossa Torino . In questa provincia, dal 2001 al 2005 avevamo presentato ben dieci liste in piccoli comuni, ottenendo anche l’elezione di 4 consiglieri comunali tuttora in carica, ed il tutto senza grosse difficoltà: andavano bene sia il Fascio, sia la parola “Fascismo” nel contrassegno. Ma quando nel 2006 presentai la lista a Torino città, il Prefetto di Torino risvegliò la sua sensibilità “partigiana”, imponendo alle commissioni torinesi di respingere quello stesso contrassegno elettorale!

Dopo lunghe discussioni e battaglie ci si accordò per uniformarsi alla sopra citata Sentenza del Consiglio di Stato: sì al Fascio repubblicano, no alla parola Fascismo… Tutto questo mentre in provincia di Asti e di Milano nessuno ci contesta alcunché, accettando le nostre liste con logo completo!

Ma il bello deve ancora venire; dopo immane fatica, specie per un movimento piccolo e privo di mezzi come il nostro, abbiamo presentato nei giorni scorsi la lista per le elezioni provinciali di Torino… Un successo senza precedenti, stante anche la contemporanea presenza dei partiti della cosiddetta “area” (Fiamma Tricolore ed il Likud Italiano, ovvero “La Destra” di Storace) nel listone che sostiene il candidato del PDL…

Sono state presentate 1036 firme, delle quali 1013 ritenute valide dall’Ufficio Centrale Elettorale della Corte d’Appello di Torino , il quale ha, in caso di elezioni provinciali, lo stesso ruolo rivestito dalla Commissione Elettorale in caso di elezioni comunali. Ma il suddetto Ufficio, composto da magistrati degni dei cosiddetti tribunali partigiani, ha pensato bene per l’ennesima volta di respingere il nostro simbolo, aggiungendo questa volta una trappola infame: nel verbale di ricusazione, ci assegnavano 48 ore di tempo per presentare un nuovo contrassegno, ma sottolineando che per loro il simbolo del Fascio Repubblicano era del tutto legittimo, in osservanza della Sentenza del Consiglio di Stato del 1994, pur non potendosi associare alla parola “Fascismo”.

Per meglio organizzare la trappola, anche la Commissione elettorale di Chivasso, che nelle stesse ore analizzava la lista presentata al Comune torinese di Brozolo, ci comunicava che si uniformava alle decisioni dell’Ufficio Centrale Elettorale della Corte d’Appello di Torino , ricusando il nostro simbolo storico con la dicitura “Fascismo e Libertà”, in attesa di ricevere altro logo contenente il Fascio ma non la parola “Fascismo”. Il Presidente di questa Commissione Elettorale mi garantiva telefonicamente che quello stesso Fascio presentato anche nel 2006 andava benissimo, e che certamente un contrassegno con esso e la sola sigla MFL sarebbe stato approvato.

Dopo mille corse ad ostacoli, ci recavamo a Torino per consegnare il nostro logo alternativo, nonché a Chivasso (TO) per presentare analogo contrassegno per il Comune di Brozolo (TO).
Tutto risolto? Ma nemmeno per sogno! Infatti, se il Presidente della Commissione di Chivasso si dimostrava persona seria e di parola, approvando il logo alternativo privo della parola Fascismo, i magistrati – partigiani di Torino , dopo due giorni di totale silenzio, ci comunicavano la loro “sorpresina”: sentenziavano, infatti, che il Fascio era sì un simbolo legittimo, ma non quello che usiamo noi, poiché identico a quello che venne usato dalla RSI di Mussolini!

Dunque avremmo dovuto presentare un altro Fascio Repubblicano, diverso da quello della RSI, ovvero un qualcosa che non esiste, perché il Fascio Repubblicano usato dalla RSI e dal MFL è identico a quello usato durante la Repubblica Romana di Mazzini, nonché a quelli utilizzati come simbolo dal Senato degli USA e dalla Repubblica Francese!

Ovviamente ai magistrati discesi dai monti di Torino non passava neppure per l’anticamera del cervello il fatto che la Sentenza del Consiglio di Stato a cui essi stessi si riferivano venne promulgata proprio per legittimare il nostro Fascio repubblicano, che non è mai cambiato dal lontano 25 luglio 1991; sentenza che, fra l’altro, fa esplicito riferimento proprio al Fascio repubblicano adottato come simbolo dalla Repubblica Francese, ovvero del tutto identico a quello che storicamente usa il MFL!

Non contenti di mostrare tutto il loro livore antifascista e la loro arroganza partigiana, i magistrati partigiani di Torino aggiungevano una perla al loro verbale di ricusazione definitiva: “ (…) non corrispondendo il nuovo contrassegno ai requisiti di legittimità con quel provvedimento esplicitati; che, infatti, la stessa dichiarazione riferita ha cura di sottolineare come si tratti proprio del fascio repubblicano della citata RSI (…)”…

Questi emuli della cultura del loro collega Antonio Di Pietro, oltre a stravolgere la Sentenza del Consiglio di Stato fingendo che essa si riferisca a chissà quale Fascio inesistente, citano come prova a loro favore il fatto che il sottoscritto nella descrizione del contrassegno abbia utilizzato il termine “repubblicano” per definire il Fascio, termine che per “lorsignori” indica la RSI di Mussolini! Peccato per questi sottoculturati antifascisti che il Fascio prende il nome di “repubblicano” perché nato ai tempi dell’antica Roma Repubblicana pre-imperiale (fra il 509 A. C. e il 27 A. C.)… Cosa che viene chiaramente ribadita dalla citata Sentenza: “Il fascio, usato nell’antica Roma come insegna dei magistrati elettivi dotati di potere di comando (imperium), ha assunto nel tempo il valore di simbolo della forma repubblicana dello Stato - e in particolare di una repubblica non oligarchica né aristocratica, ma retta dalla volontà popolare espressa mediante libere elezioni. Così è stato adottato dalla Rivoluzione francese, ed è tuttora l’emblema ufficioso di quella Repubblica; ed è stato adottato anche dalla Repubblica romana di Giuseppe Mazzini, e anche da qualche altro Stato (es.: il cantone elvetico di San Gallo).

Non è, dunque, “repubblicano” il Fascio perché adottato dalla Repubblica di Mussolini, ma è se mai vero il contrario, cioè che quel Fascio venne adottato dalla RSI perché da tempo immemorabile veniva utilizzato per simboleggiare una repubblica democratica! Con buona pace dei magistrati partigiani torinesi e dei loro studi scolastici, evidentemente molto carenti…

Come ciliegina sulla torta della presa per il deretano, gli illustri magistrati partigiani aggiungevano anche che la sigla MFL associata al Fascio della RSI è troppo simile a quella del PFR (Forse per persone di limitata cultura come la loro, perché credo che a parte Di Pietro e compagni di studi, tutti notino la differenza fra le sigle MFL e PFR!), che da due anni a questa parte è stata riesumata da un noto imbecille, ex MFL, che ha pensato bene di rifondare il PFR attirandosi addosso decine di interpellanze parlamentari e perquisizioni assortite… Tanto che, dopo pochi mesi di vita, quella sigla e quell’imbecille sono spariti… Eppure i galantuomini dell’Ufficio Centrale Elettorale della Corte d’Appello di Torino citano nel verbale di ricusazione come “prova” di quanto sostengono, l’indirizzo del sito del PFR, http://www.partitofascistarepubblicano.it/, che non esiste più da mesi! Controllare per credere…

Dunque la trappola era pronta da tempo, ed il sottolineare in prima presentazione che il Fascio era un simbolo legittimo è servito soltanto ad impedirci di usare un logo alternativo che abbiamo di recente studiato, il quale fa riferimento al Socialismo Nazionale (cioè al Fascismo!) senza utilizzare simboli contestabili… Evidentemente ci amano così tanto da tenerci sotto controllo e sorvegliarci per boicottare qualsiasi nostra iniziativa tendente a spezzare l’infame ed ignobile regime antifascista!

Ora, pur trovandomi in forte crisi per varie ragioni, non intendo accettare supinamente questa ennesima porcheria partigiana, indi ho dato mandato al mio avvocato di Asti di presentare ricorso al TAR entro le 48 ore di legge… Prossimamente informerò i miei lettori circa i risultati, pur non riponendo alcuna fiducia nello schifoso mondo della magistratura partigiana italica…

Comunque, a dimostrazione della schizofrenia delle Leggi italiane e dei soggetti preposti alla loro applicazione, ribadisco che mentre ricorriamo al TAR per poter essere presenti alle Provinciali di Torino , la situazione elettorale per il 6 e 7 giugno è la seguente: saremo presenti con il logo storico e la scritta “Fascismo e Libertà” nei comuni della provincia di Asti di Cellarengo, Dusino San Michele e Moncucco, nonché nel comune milanese di Nosate, che è la vera sorpresa, in quanto, pur essendo la prima volta in assoluto che il MFL si presenta alle elezioni in quella provincia, nessuno ha trovato alcunché da obiettare nel nostro simbolo!

Infine, saremo presenti con il logo del Fascio e la sigla MFL nel comune torinese di Brozolo. Non sarà tanto, ma in un periodo ove tutti nella cosiddetta “area” fanno la fila davanti alla porta del PDL per avere le briciole del potere dal Cavalier Berlusconi e dai suoi soci Fini e Bossi, è fin troppo, specie per le dimensioni del nostro MFL. Non deporrem la spada, come si cantava durante la RSI… E lo cantiamo in faccia a chi quella spada l’ha deposta e sepolta in giardino!

In conclusione, forse questa situazione legislativa paradossale rappresenta l’ennesimo esempio di “americanizzazione” dell’Italia, in quanto ormai anche qui pare che non esistano Leggi certe valide per l’intero territorio nazionale, ma che tutto sia demandato agli umori ed alle preferenze dei vari “sceriffi” di contea!

Carlo Gariglio

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