domenica 7 dicembre 2008

Tagli alla Chiesa: il Governo fa dietro-front


E’ bastato poco, alla Chiesa Cattolica, per far rimettere in fila il Governo italiano. Una nota piccina picciò che dice, per bocca di Bruno Stenco, dirigente della CEI con delega all’Educazione: “La scuola cattolica si mobiliterà in tutto il Paese per protestare contro i tagli alle scuole cattoliche”; e, come se non bastasse, anche Benedetto XVI lancia la sua staffilata: i cittadini devono avere il diritto “di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose”. Tremonti, che cerca disperatamente di tagliare tutto il tagliabile, nel tentativo, bene o male, di governare l’Italia nella tempesta finanziaria mondiale, aveva osato troppo. Aveva pensato, il Ministro dell’Economia - che ha avuto il coraggio di parlare di un concreto pericolo di “fine argentina”, attirandosi le ire dei pidocchiosi sempre pronti a rassicurare il proprio elettorato anche nel momento della catastrofe – che anche i fondi (tantissimi) che lo Stato Italiano elargisce annualmente ad uno Stato straniero, il Vaticano, potevano essere oggetto di qualche taglio. Che, nonostante tutto, non era consistente: 120 milioni di euro. Confrontati con i miliardi di euro che il Vaticano si prende ogni anno dalle casse statali italiani non sono granché.
Eppure la classe politica è insorta contro Tremonti: si rubino i soldi con i fondi pensione, con i risparmi sui BOT, alla pompa di benzina; si tagli la Sanità, la Scuola, la sicurezza, le infrastrutture, la ricerca scientifica, la politica sociale; si spremano sempre di più gli italiani ma non si tocchino i vescovi. Compatti nella crociata anche i rappresentanti di quella parte la quale, sempre più, si configura come la rappresentazione politica della malafede e dell’ipocrisia, vale a dire la sinistra. Quando si tratta di fare le “crociate” sul matrimonio dei finocchi o la legalizzazione di quell’infanticidio chiamato “aborto”, cioè questioni frivole ma rivestite di eccezionali importanza e vitalità, in modo che il popolo non pensi alle questioni importanti che riguardano il Paese, non hanno pietà per la Chiesa Cattolica. E’ tutto uno sbraitare di Chiesa medievale, di nuovi atei – spinti e incitati dai loro rappresentanti politici – che chiedono di sbattezzarsi dalla parrocchia di origine, di accuse dirette contro la Chiesa riguardo le sue malefatte passate o il suo essere recalcitrante al riconoscimento di finocchi e “transgenders”… Andare contro la Chiesa Cattolica diventa allora una moda, né più né meno come i pantaloni a vita bassa o gli occhiali da sole a forma di goccia. Ma quando si tratta invece di cose concrete e importanti, come i milioni di euro o i milioni di voti che portano i cattolici, anche i rappresentanti di quella massa di ipocriti che sono i comunisti e i sinistrorsi corrono a rinserrare le file. Per carità: si accusi pure la Chiesa di essere retrograda, di non permettere alle donne di celebrare Messa, di essere contro l’aborto o il matrimonio omosessuale, ma che non le si portino via i soldi con i quali gestisce la sua rete di clientelismi e di affarismo anche a sinistra.
E infatti immediatamente Giuseppe Vegas, sottosegretario all’Economia, fa un “politicamente corretto” dietrofront: “I vescovi possono tranquillamente dormire su quattro guanciali”. Per tutti i precari, i poveri, gli studenti, i ricercatori e i semplici cittadini che da anni protestano per una politica sociale più giusta con manifestazioni, scioperi, serrate e quant’altro, senza aver ottenuto una virgola, queste parole suonano come una vera e propria beffa. Ciò che non è riuscito a milioni di studenti, che hanno bloccato l’intero comparto della Scuola per mesi, e che crepano all’interno di scuole fatiscenti che la classe dirigente si guarda bene dal riammodernare, riesce ad una minuscola dichiarazione di un vescovo riportata dagli organi di stampa nazionali. Ricordiamoci di questo evento: è una piccola dimostrazione di chi comandi veramente in Italia.
Un altro piccolo appunto mi rimane ancora da scrivere. Riguarda la frase del Papa: “Tutti devono avere il diritto di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose”. Posto che secondo il sottoscritto l’educazione dell’individuo spetti allo Stato nazionale, e non alle famiglie – onde evitare la disgregazione nazionale, morale e sociale della Nazione – si potrebbe anche essere d’accordo su questa frase. Si potrebbe dare ragione al Papa, in linea di principio, quando sostiene che i genitori devono educare i propri figli secondo quello che ritengono più giusto. A prescindere dall’esito di tale scelta, però, i genitori devono educare i figli secondo le proprie disponibilità, senza pretendere di campare sulle tasche (pubbliche) degli altri. Dei genitori decidono di mandare i loro figli ad una scuola privata e Cattolica? Bene. Che se la paghino dal primo all’ultimo euro. E la scuola privata e cattolica, se vuole fornire il suo servizio, si appoggi alle finanze dello Stato Vaticano, di cui è diretta emanazione. Si è mai visto lo Stato italiano che, per sostenere la Scuola italiana, prenda soldi dal Vaticano? Perché dovrebbe accadere, e accade da decenni, il contrario?
Cominciamo, anche noi Fascisti, a dire queste cose con forza e senza paura.

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